Tratto dal Manuale per imparare a ballare la Kizomba a cura del Maestro Nicola Gelsomino


In Angola, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, nasce un nuovo genere musicale e con esso un nuovo stile di danza meglio noto come Kizomba. Etimologicamente la parola deriva da Kizundo che in dialetto angolano significa ” festa ” ( probabilmente il termine è legato ai festeggiamenti relativi alla liberazione dalla schiavitù ).
La Kizomba è un ballo di coppia caratterizzato da un ritmo lento e romantico accompagnato da movimenti sensuali e sinuosi. È considerato il prodotto finale di numerose contaminazioni di generi musicali, tra cui Semba, Zouk e Tango Argentino. Subisce le influenze Caraibiche a causa della guerra civile ( 1975- 2002 ) e argentine poiché gli schiavi africani giunsero in Argentina verso la metà del 1800 condizionando stilisticamente la cultura musicale locale, motivo per cui la Kizomba spesso viene definita ” Tango Angolano ” ( dal latino tanguere ossia toccare). In realtà alcuni passi rievocano molto lo stile argentino del tango, ma la differenza è facilmente intuibile: mentre nel Tango i movimenti della parte inferiore del corpo sono prevalentemente circolari, nella Kizomba si evidenziano sia oscillazioni di antiversione e retroversione del bacino sia movimenti di torsione del busto effettuati controlateralmente alla torsione del bacino.
È una danza in cui il contatto tra dama e cavaliere avviene principalmente attraverso la parte superiore del corpo contrariamente al filone brasiliano dove il contatto avviene nella parte inferiore. I passi seguono la cadenza lenta del ritmo musicale manifestandosi in movimenti che possono essere classificati nei seguenti stili:

  • Passada: dama e cavaliere camminano insieme seguendo la medesima direzione;
  • Saida: dama e cavaliere sono distaccati e la donna cammina lateralmente al cavaliere;
  • Tarraxa: dama e cavaliere non si muovono lungo nessuna linea di ballo ma l’uomo tra una batida e l’altra, quindi durante la pausa musicale, marca la cadenza della musica con l’anca.
  • La Kizomba, quindi, è considerata il frutto della fusione di differenti influenze stilistiche. Si ritiene opportuno analizzare le principali:
    • Semba
    • Zouk
    • Coladeira
    • Colazouk
    • Maringa
    • Kabetula
    • Rebita

• Semba:
Probabilmente il Semba è la danza più popolare in Angola. È una danza piuttosto sinuosa, progenitrice della samba brasiliana, dove dama e cavaliere si sfiorano attraverso ritmiche spinte di bacino. Tradizionalmente ballata in occasione speciali come nascite, matrimoni e festeggiamenti per la buona riuscita del raccolto. Questa danza si origina e si sviluppa a partire dal 17° secolo nelle zone costiere dell’Angola. Un’ ipotesi molto accreditata è che il Semba abbia dato i natali alla musica tradizionale brasiliana attraverso la tratta degli schiavi. Il Semba dopo la guerra d’indipendenza perse quella popolarità che, però, grazie ad artisti più contemporanei come Flores e Marvilha intenti a rievocare il vecchio stile, sta lentamente riacquistando. Gli strumenti più utilizzati nella musica semba sono le percussioni in particolare TALORAS e DILONGA.

• Zouk:
Lo Zouk è un ballo che trova le sue origini nelle Antille francesi e subisce forti influenze stilistiche Caraibiche, africane ed europee ( soprattutto francesi). I ritmi caraibici e haitiani sono rievocati dall’ utilizzato di strumenti a percussione tipici come il TAMBOUK ( tamburo di piccole dimensioni), il TIBOIS ( strumento cilindrico cavo di medie dimensioni) e il GWOKA ( tamburo di grandi dimensioni). Questa danza è caratterizzata dal pronunciato movimento oscillatorio
dell’ anca che avviene in sincronia tra i due ballerini. Come in ogni genere, la coreografia può essere eseguita in maniera veloce oppure lenta ( in tal caso è stato coniato il termine ZOUKLOVE spesso interpretato sulla falsa riga del Merengue). In epoca più contemporanea lo zouk è stato contaminato a sua volta da diversi generi uno dei quali è la LAMBADA.

• Coladeira:
La Coladeira è una danza di coppia di origine capoverdiana caratterizzata da evidenti oscillazione del corpo unitamente ad oscillazioni delle spalle e movimenti laterali dei piedi i cui passi permettono di caricare e scaricare alternativamente il peso del corpo. Negli anni ’70 subisce influenze di RUMBA, SALSA e CUMBIA a causa delle relazioni politiche connesse al socialismo; negli anni ’80 segue la contaminazione angolana, haitiana e delle Antille Francesi. Gli strumenti più utilizzati sono il VIOLAO ( chitarra ), REBACA ( violino), TROMBA, CLARINETTO e vari strumenti a PERCUSSIONE. A partire dagli anni ’80 fu introdotta la STRUMENTAZIONE ELETTRONICA che favori l’evoluzione della Coladeira.

• Colazouk:
È il prodotto della reciproca influenza di ZOUK e COLADEIRA. Una fusione che nasce e si sviluppa a Capo Verde e che a partita dagli anni ’70-’80 assumerà un ritmo più lento convertendosi in ZOUKLOVE e successivamente KIZOMBA la quale si presenterà al mondo della danza con uno stile romantico e un ritmo lento imbevuto della tradizionale musica capoverdiana.

• Maringa:
La Maringa, conosciuta anche come ” musica del vino di palma ” poiché era tradizione bere vino di palma durante le serate danzanti organizzate ai pianobar in Sierra Leone. È anch’essa una danza nata dal connubio tra la cultura caraibica e congolese. Si tratta di un genere musicale che a macchia d’olio si espande nel tempo in tutta Europa. È caratterizzata da ritmi tipicamente latino americani che rimandano alla rumba, al merengue, bolero, cha-cha e pachanga. Può essere quindi considerata come una fusione tra il suono della chitarra dei marinai portoghesi ed il CALIPSO CARAIBICO ( genere musicale folkloristico proprio della cultura afro- americana nato a Trinidad all ‘ inizio del 1900 ).

• Kabetula:
Kabetula e Kazukuta sono altre due danze popolari angolane. La prima è una danza veloce che arricchita da salti acrobatici, mentre la seconda è una danza che presenta un ritmo più lento caratterizzato da una grossolana e primitiva oscillazione delle braccia.

• Rebita:
La Rebita è una danza che si origina nella metà del 18° secolo e che diviene molto popolare in Angola negli anni ’30 soprattutto nelle aree suburbana della capitale ( note con il me di MUSSEQUES ). LA Rebita si danza formando un largo cerchio costituito da coppie di ballerini. Gli abiti utilizzati sono molto caratteristici: gli uomini indossano un abito con cravatta annessa e le donne vestivano con elaborati BESSANGANAS ossia una tipica veste femminile angolana. Le donne che provenivano dal centro urbano si distinguevano poiché indossavano anche colorate e decorate stoffe avvolte sul capo. È una danza molto simile all’ UMBIGADA ( che nel dialetto degli schiavi angolani e congolesi significava ombelico ) precursore del SEMBA basato sul comune movimento della parte superiore dell’addome ( stomaco).

*i contenuti di questo articolo hanno carattere divulgativo ed informativo.
** i contenuti di questo articolo trovano ispirazione dall’esperienza didattica e professionale dell’autore unitamente ad una selezionata ricerca sitografica e bibliografica.

Del M° Nicola Gelsomino

Anno accademico 2016/2017 A.s.d. International Salsa Blanca Dancers Presenta : Corso annuale con Versus – Stefano Marzioni & Valentina Venturini KIZOMBA URBANA

stefano scuola 1

Anno accademico 2016/2017

A.s.d. International Salsa Blanca Dancers

Presenta :

Corso annuale con Versus –
Stefano Marzioni & Valentina Venturini

KIZOMBA URBANA ✔

Cadenza mensile –

Calendario primi 3 appuntamenti –

● 24 Settembre

● 23 Ottobre

● 6 Novembre

OGNI APPUNTAMENTO VERTERÀ IN 2 CLASSI

1 ) Project coreografico *

2 ) Master Class

*Da presentare a congressi & festival del settore

Info 340 5588064

gelsominosalsa@gmail.com

Dal Semba alla Urban Kizomba il “passo” è breve.
La certa paternità angolana del Semba getta le basi per quella che si affermerà nel mondo come Urban Kizomba attraverso le seducenti influenze francesi e spagnole. Il prodotto sud-africano subisce contaminazioni “urbane” sia in relazione alla sonorità (quindi una musica che si evolve), sia per ciò che concerne il “movimento” in senso stretto che diviene danza adeguandosi ad una nuova varietà di stili musicali, si perfeziona ed è resa prodotto didattico mondiale.

A.s.d International Salsa Blanca Dancers

Via Passariello, 141

Pomigliano D’Arco ( NA )

SABATO 18 GIUGNO STAGE DI URBAN KIZOMBA STYLE CON VERSUS – Presentazione del percorso didattico che culminerà con un progetto coreografico

SABATO 18 GIUGNO

STAGE DI URBAN KIZOMBA STYLE

CON

VERSUS

STEFANO MARZIONI & VALENTINA VENTURINI 

Dalle ore 16.00 alle ore 17.00

Master Class

Dalle ore 17.15 alle ore 18.15

Intermedio

Presentazione del percorso didattico con inizio a Settembre che culminerà con un progetto coreografico da presentare in vari festival e congressi del settore e non solo 


Corso annuale con cadenza mensile


Dal Semba alla Urban Kizomba il “passo” è breve.
La certa paternità angolana del Semba getta le basi per quella che si affermerà nel mondo come Urban Kizomba attraverso le seducenti influenze francesi e spagnole. Il prodotto sud-africano subisce contaminazioni “urbane” sia in relazione alla sonorità (quindi una musica che si evolve), sia per ciò che concerne il “movimento” in senso stretto.

Info&prenotazioni

340 5588064 Nicola Gelsomino

gelsominosalsa@gmail.com

Location :

A.s.d. International Salsa Blanca Dancers

Via Passariello, 141 Pomigliano D’Arco

( NA )

Campania Afro-Latin Congress: l’Italia in prima linea

La cultura delle danze caraibiche sta mutando nel tempo in maniera radicale e a dimostrarlo è la seconda edizione del Campania Afro-Latin Congress. Seppur molti critici continuano a parlare di commercializzazione e di perdita dello spirito di questa cultura, l’idea portante dell’evento di quest’anno è diametralmente opposta.

Tenutosi nello scenario del Plaza di Caserta, in Campania, con l’organizzazione di Nicola Gelsomino e Nando Fragasso, il meeting del ballo ha coinvolto artisti ed appassionati internazionali per rendere ancor più decisa ed affermata l’idea dell’evoluzione delle danze.

Sicuramente la Salsa e la Bachata sono mutate dalla loro origine, ma non perdendone i tratti distintivi: semplicemente differenziandosi ed essendosi mixate con più generi urbani fino ad arrivare all’evoluzione attuale che riempie sempre più le sale da ballo.

Speaker dell’evento Campania Afro-Latin Congress il coach Antonio Altruda, con tanti artisti nazionali e stranieri. Tra gli interventi internazionali del Campania Afro-Latin Congress, abbiamo incontrato Alberto Valdes Ricard, ballerino e coreografo internazionale, nativo dell’Havana (Cuba) che ha messo in chiaro il rapporto tra gli italiani ed il ballo.

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L’Italia è molto attiva nell’affrontare il ballo. Sono anni che c’è un grande movimento del mondo Afro e lo dirò sempre che l’Italia è la capitale mondiale della Salsa Bailada. Non c’è posto al mondo dove si balla più salsa, bachata e merengue che in Italia, in quanto questa nazione ha avuto una grandissima tradizione particolareggiata in alcune regioni. Parliamo ad esempio della Campania, la Sicilia, il Lazio, il Piemonte. L’Italia è prontissima.” – Valdes continua dicendo – “Lo spettacolo Italiano è riconosciuto proprio come lo espectaculo italiano caratteristico, per la creatività, per il modo coreografico e per la mescolanza musicale.
Molti temi vengono utilizzati dagli italiani per realizzare uno show e questo è riconosciuto in tutta Italia, in quanto tu puoi guardar ballare 40 gruppi di persone, ma ti rendi subito conto di un Italiano per il modo di vestire ed il modo di coreografare“.

Secondo Alberto Valdes, anche le gare sono importantissime perchè i giovani prendono tanto anche dagli altri, si sentono pronti ad affrontare con agonismo la novità, e soprattutto essendo gli italiani molto portati allo studio, sono sicuramente quelli che riescono ad acquisire di più rispetto agli altri…e qui al Campania Afro-Latin Congress vedo ottima qualità di Maestri e di Artisti.

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Tra i maestri internazionali intervenuti, c’è anche la rappresentanza italiana di Jonatha Casarin: “L’Italia è prontissima al ballo, ed io che ballo anche hip-hop e tango, posso assicurare che per i caraibici, sicuramente si tratta di una delle nazioni più pronte. I ragazzini del Centro-Sud Italia poi sono portatissimi, anche grazie ai professori che hanno tanta passione di insegnare ai 12-13enni. Questo tipo di manifestazioni aiutano tantissimo la diffusione del ballo, ma quello che è fondamentale è sempre selezionare. Tantissime sono le manifestazioni organizzate ogni week-end, ma è importante guardare il palinsesto eventi e capire i professionisti che insegnano chi sono e quanto possono dare“.

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Nuove discipline che affascinano sempre più ed ecco che parliamo anche del Kizomba, sempre più diffuso ed a testimonialza al Campania Afro-Latin Congress incontriamo la madrilena Sara Lòpez: “La mia nazione, la Spagna, e tutta la cultura spagnola, ha tanti balli proprio all’interno del proprio essere, un esempio ne è il Flamenco, ma abbiamo tantissimi balli differenti perchè ogni regione della Spagna ha una tradizione ed un ballo tipico.
Questo è importante soprattutto per la diffusione della cultura danzante. Manifestazioni come questa aiutano ad esportare le culture del ballo, quello della nostra cultura latina e spagnola che vogliamo esportare è il gusto, la voglia di ballare per sentirsi liberi“.

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Continuando con gli incontri, passiamo alla Francia, rappresentata da Reda Becili, che rappresenta anche il mondo del Pachanga: “In Francia e nello specifico a Parigi, la danza è molto forte e noi ballerini siamo solitamente molto uniti per la diffusione del ballo. Ci piace valutare quello che offrono anche le altre nazioni, portando il nostro stile anche in Asia, nell’Europa dell’Est e negli Stati Uniti. Insegnare danza e lo stile francese può insegnare molto sul controllo e soprattutto per nella linearità dei movimenti soprattutto delle danze caraibiche.” – continua raccontando – “Mi piacciono questi incontri con professionisti delle altre parti del mondo perchè mi danno veramente tanto, il confronto con gli altri ballerini soprattutto è formativo“.

Non poteva mancare un accenno alla reazione della comunità dei ballerini francesi dopo gli attentati recenti nella capitale francese, e Reda ci risponde che: “la comunità dei ballerini si è riunita per gridare un secco no al terrorismo, e questo si può fare solo continuando a dare dimostrazione del volersi divertire, dello scendere in strada e ballare, di non abbandonare le nostre feste e la nostra gioia: no al terrore si al ballo!“.

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Ultima ma non per importanza, la testimonianza di un’altra ballerina internazionale al Campania Afro-Latin Congress in rappresentanza della Turchia, Busra Araci: “In Turchia sono tantissimi i ragazzi pronti ad imparare a ballare, ma non abbiamo tantissima possibilità di imparare perchè i master come questi non vengono fatti spesso. Qui in Italia invece viene data soprattutto ai giovani tantissima possibilità di imparare. Io sono spesso presente qui in Italia a questi meeting e quello che è bello, è la possibilità di poter osservare tecniche e persone di diversi Paesi e nazioni che ti possono dare tanto a livello didattico. Vedo molte differenze, e questo mi piace perchè mi fa tornare a proporre nuovi passi, sempre carpendo qualcosa dagli altri“.

Fondamentali alla fine i dettagli organizzativi diNicola Gelsomino e Nando Fragasso, che già sono pronti a partire con l’organizzazione della terza edizione: “L’idea di realizzare Campania Afro-Latin Congress è nato come un gioco e dall’esperienza decennale dei meeting del settore a livello mondiale, ci siamo chiesti perchè non realizzare qualcosa di simile anche nella nostra terra, molto propensa alla formazione e al divertimento nel settore dei caraibici. Da Miami, Londra a Tallin, abbiamo visto di tutto e proprio da me (parla Nicola), è nata l’esigenza di trovare uno sbocco per integrare le culture straniere delle danze caraibiche anche in Campania. Mi reputo un ‘divulgatore’ della cultura, e da li nasce la direzione artistica del Mama Ines, uno dei locali più noti del segmento.” – continua dicendo – “Volevo qualcosa che potesse reggere il paragone con le altre realtà internazionali del settore“.

Argomento scottante della chiacchierata è quello dell’italianizzare la danza fino a trasformarla “troppo”. Quello che è lo scopo di questo meeting è forse proprio lo spiegare le tradizioni senza farle perdere, ma “completandole” con delle sfumature donate da ogni singolo maestro. Magari potrebbe sembrare difficile da far capire a chi balla da poco o ancor meno a chi non ha interesse per la cultura oltre il ballo, ma non è così. C’è sicuramente un aspetto ludico fondamentale da prendere in considerazione, oltre che il capire che anche se si è a contatto con i professionisti mondiali del settore, si cerca sempre di creare un palinsesto che prevede le lezioni a partire dai principianti, fino agli avanzati.

Articolo tratto dalla

Gazzetta dello spettacolo

A cura di Francesco Russo