Cha cha cha , la storia di un mambo-rumba che esplode in un successo senza tempo.

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All’inizio del 1900 a Cuba, insieme alla rumba al danzon e al mambo , si sviluppò un nuovo genere musicale che nel 1951 il violinista Enrique Jorrin definì mambo-rumba e che solo due anni dopo fu etichettato come “cha cha cha“. Quella di Jorrin non fu una vera e propria scoperta bensì un’attenta osservazione : i ballerini non eseguivano più la pausa sul battito slow ma continuavano la sequenza coreografica con un triplo chassé .
L’etimologia del termine cha cha cha è riconducibile a due filoni: onomatopeico e strumentale . Nel primo caso si faceva riferimento al suono che producevano le scarpe a contatto con il pavimento durante l’esecuzione del triplo passo e con ciò è possibile pensare a danze effettuate in sale da ballo e non più su terra battuta . Nel secondo caso il termine “cha cha cha” era riferito ad un sonaglio utilizzato per scandire il tempo all’interno di un’orchestra animata da flauti , violini e congas.

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La diffusione del cha cha cha si può definire esplosiva e intramontabile. In America nel 1953 musicisti come Perez Prado, Tito Puente e Xavier Cugat parteciparono attivamente alla divulgazione musicale del cha cha cha, nel 1954 Enrique Jorrin fece lo stesso in Messico attraverso la mediazione di programmi televisivi e radiofonici .

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Contemporaneamente in Europa il nuovo genere musicale trovò terreno fertile riscontrando un notevole successo tra ballerini e musicisti mentre il popolo italiano solo nel 1961 fu conquistato a ritmo di cha cha cha dalla compagna soubrette del grande Xavier Cugat , Abbe Lane , attraverso il piccolo schermo.

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*i contenuti di questo articolo hanno carattere divulgativo ed informativo.
** i contenuti di questo articolo trovano ispirazione dall’esperienza didattica e professionale dell’autore unitamente ad una selezionata ricerca sitografica e bibliografica.

Del M° Nicola Gelsomino


 

TRADIZIONI AFROISPANICHE: INFLUENZE EUROPEE A SVILUPPO MONDIALE

TRADIZIONI AFROISPANICHE: INFLUENZE EUROPEE A SVILUPPO MONDIALE

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Verso la fine del XVIII secolo a Cuba approdarono le navi statunitensi ed europee, evento che segnò la nascita di confluenze culturali e musicali: da un lato la classe borghese portatrice di un concetto di “danza” e “contradanza” tecnicamente sofisticato e dall’altro un meno aristocratico stile afro-ispanico-cubano.
Sull’isola la danza trovò sfogo in numerose sale da ballo tassativamente vietate al popolo cubano il quale decise di crearne delle nuove, luoghi in cui nacque il “danzon“, un ballo costituito da una serie di passi e movimenti amalgamati in chiave satirica, l’esatta parodia delle danze proprie delle classi borghesi.
Il danzon prevedeva un ritmo lento ed era eseguito secondo gli schemi di una base unica: dama e cavaliere passeggiavano l’uno sotto il braccio dell’altro salutando pseudo-elegantemente le coppie presenti in sala investendo uno spazio di ballo delimitato da un quadrato immaginario.
Tra gli strumenti musicali più utilizzati ricordiamo violini, flauti e pailas.
Con il tempo, però, il danzon subì un’evoluzione scandita dalla nascita del cosiddetto “danzonete“: i movimenti rigidi lasciarono spazio ad altri più morbidi e sinuosi in cui la flessione delle gambe favorí una sensualità adattata alle note di una musica definita da un ritmo più incalzante.

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Nel 1950 il danzonete subì un rinnovamento stilistico e musicale generando il “guaracha“. Questo nuovo genere si originò nei bordelli dell’Habana espandendosi fino a Puerto Rico dove fu assorbito dalla tradizione musicale locale. Il guaracha, frutto del danzonete, iniziò a diffondersi a macchia d’olio con una caratteristica esasperazione dei movimenti morbidi del corpo unitamente ad una sempre più evidente flessione delle gambe.

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Figlio del guaracha è il son, un genere musicale costituto da un ritmo continuo che non vede più la coppia ballare in uno spazio definito. Il son è considerato uno dei primi balli di coppia moderni. Nacque a Santiago de Cuba dalla fusione di stili europei (danzon) e danze campestri di fine ‘800. I suoi strumenti erano il tres, bongo, guiro e successivamente la marimbula. Questo nuovo ritmo influenzò talmente profondamente la cultura cubana al punto da contaminare ciò che in seguito verrà definito come mambo, come salsa e come timba (genere musicale più recente che subisce le influenze del jazz, rock’n’roll, disco, funk, hip Hop .

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Nel 1800 la cultura spagnola penetró talmente a fondo le tradizioni cubane che a Santiago de Cuba giunse qualcosa di nuovo: il boleros, prodotto del son e dell’habanera (danza di origini spagnole reinventata a Cuba con un ritmo lento e simile al tango). Il bolero arrivó, quindi, dalla Spagna quasi privo di strumenti a percussione che furono ben introdotti dai musicisti cubani partorendo così un mix di suoni generati da chitarre, battiti di mani (palmeo), claves, maracas e bonghi e raggiungendo il picco della popolarità tra gli anni ’30 e ’60.

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*i contenuti di questo articolo hanno carattere divulgativo ed informativo.
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Del M° Nicola Gelsomino